«Cristina m’incula», dice, «non puoi capire, Cristina m’incula!».
Subito dopo alza la testa e mi pianta gli occhi addosso.

Racconti e Riflessioni.
«Cristina m’incula», dice, «non puoi capire, Cristina m’incula!».
Subito dopo alza la testa e mi pianta gli occhi addosso.
Ho perso la mia fermata, ma non ho perso le chiavi di casa.
Ho avuto fortuna. Allora da adesso ci credo anch’io.
Mi appoggio con la schiena alla vetrata del bar. Tiro fuori una sigaretta dal pacchetto schiacciato, me la metto tra le labbra, me l’accendo, me
Me lo sento vicino, come se fosse a pochi centimetri da me, come se mi stesse sfiorando senza mai toccarmi, come un’onda che procede ma non s’increspa mai.
E capirebbe subito che nel mio tentativo di fuga c’è tutto il mio desiderio di restare a guardarla.
E capirebbe subito di essere la direzione dei miei occhi.
Mi giro velocemente verso il citofono, lo fisso supplicandolo di smettere, supplicandolo di esplodere, poi sollevo, rispondo: «chi è?»
«Sono io».