LIBRI

Non ti ho chiamato amore,
ma ti ho pensato tale.

Le storie d’amore nascono quando ancora non possiamo definirle. Con l’impazienza di scoprire le carte e smettere di giocare all’indifferenza, con un invito tanto atteso per un caffè, con un desiderio annegato in un bicchiere di spumante, quando alla fine della festa tutti se ne sono andati. È un’intuizione che diventa evidenza, una scommessa ancora da vincere. Senza nemmeno accorgersene, ci si ritrova a diventare un noi: due intenti si uniscono, due vite si incastrano. Un incontro casuale svela l’inizio di qualcosa che al caso non lascia niente. Ma non tutte le storie d’amore sono destinate a durare. Arriva il giorno dei dissesti, degli urti, delle crisi. Piccole crepe come quelle che ti si formano dentro quando ti senti dire: «Dobbiamo parlare». Quando speri che quel messaggio inviato riceva finalmente una risposta, che le discussioni finiscano con la stessa trepidazione con cui attendi l’uscita dell’autostrada quando vai al mare. Quegli ultimi istanti rimangono incastrati in una dedica a pennarello sul finestrino di un autobus, nell’etichetta di una bottiglia bevuta per dirsi addio una volta per tutte. E quel presente che tanto abbiamo amato diventa un passato che difficilmente potrà fare ritorno. L’esordio in libreria di Dario Matassa è una raccolta di racconti sull’amore oggi, inconsapevole e sospeso, romantico e malinconico.

Ho una proposta da farti.

Se l’amore rende ciechi, esiste un modo per vedere l’altro per come è davvero, fin da subito? Aurora ha una tesi: se nella sua ultima relazione, iniziata alla perfezione, le cose sono finite malissimo, allora la prossima volta, cominciando malissimo, tutto andrà alla perfezione. Non è vero che chi ben comincia è a metà dell’opera, soprattutto se ci si mette di mezzo l’innamoramento che, si sa, rende ciechi. Meglio partire con il piede sbagliato, quindi, per capire fin da subito chi è davvero la persona che si ha davanti ed evitare brutte sorprese, come le è successo con Michelangelo. Dopo due anni di vuoto sentimentale, Aurora incontra Falco e, di fronte alla forte attrazione che entrambi provano e che è impossibile da ignorare, scatta in lei un meccanismo di difesa. Gli propone così di firmare un contratto in cui i due accettano di cominciare male la relazione, di dare il peggio di sé, e solo alla fine, se riusciranno a sopportarsi e a piacersi nonostante tutto, potranno concedersi un vero primo appuntamento romantico. Ci arriveranno oppure la loro storia finirà prima ancora di cominciare? La teoria di Aurora verrà confermata oppure malamente smentita? Dopo “Non ti ho chiamato amore, ma ti ho pensato tale”, Dario Matassa torna con una storia d’amore decisamente poco convenzionale, raccontata con il suo stile inconfondibile.