VORREI CI SENTISSIMO MEGLIO

Sto ancora cercando un locale dove non ci sia la musica di sottofondo. Probabilmente dovrei semplicemente rassegnarmi all’idea che non esista un locale dove non ci sia la musica di sottofondo. Anzi, forse da qualche parte sì, di sicuro da qualche parte sì, ma le possibilità di finirci dentro per caso sono molto basse. Questo perché i locali che non hanno la musica di sottofondo, se non si sono già estinti, cosa che continuerò a credere finché non ne troverò veramente uno, si stanno evidentemente estinguendo. Io sto continuando a cercare un locale dove non ci sia la musica di sottofondo e sto continuando a trovare locali che non soltanto hanno la musica di sottofondo, ma di solito anche totalmente inappropriata al contesto e ad un volume sbagliato. Sbagliato perché, se parlo di locali, sto parlando di quei posti in cui si va per stare seduti da qualche parte a bere qualcosa mentre si parla con qualcuno. In fondo i locali servono principalmente a quello. Servono a stare seduti da qualche parte a bere qualcosa mentre si parla con qualcuno. Ho sempre avuto una visione molto romantica dei locali. Ho sempre pensato ai locali come dei luoghi d’incontro, più che di sosta o di passaggio, come dei luoghi in cui si resta, si conosce, s’interagisce. E adesso mi rendo conto che, a conti fatti, non riesco, e forse non ci sono mai riuscito, a viverli come li penso. Perché non posso. È brutto quando non riesci a vivere qualcosa come la pensi. Succede spesso. Specie quando c’è di mezzo del romanticismo, che quando si trova a fare i conti con la realtà, generalmente le prende. Ma se il pensiero astratto avesse ogni volta un riscontro pratico forse non saremmo felici, solo molto più annoiati. In ogni caso, a me piace stare nei locali, seduto da qualche parte a bere qualcosa mentre parlo con qualcuno, però è complicato. È difficile parlarsi bene nei locali. Io sto cercando un locale dove non ci sia la musica di sottofondo perché penso si possa evitare. C’è troppo rumore in giro. Ho la testa intasata di rumore. Abbiamo tutti la testa intasata di rumore. È tutto sovrapposto, anche a livello sonoro. Il fatto è che molte volte ce l’andiamo a cercare. Andiamo ad alimentare la confusione da soli, per scelta. I locali con la musica di sottofondo ne sono l’esempio. Sembra quasi di essere impauriti dal silenzio. Mettiamo fonti di disturbo ovunque. Secondo me ognuno di noi si è chiesto almeno una volta “ma perché devono tenere la musica così alta in sto posto?”. Che fosse in un bar a prendere un caffè, in un pub a bere una birra o in un negozio a guardare dei vestiti. Pure nei parcheggi a volte c’è la musica di sottofondo. Ormai faccio fatica anche a chiamarla “di sottofondo” perché se ci penso mi sento invaso. Mi sento sovrastato più che accompagnato. A me la musica piace. A tutti la musica piace. La musica fa bene. Ci sono posti che senza musica non sarebbero quello che sono. La musica è essenziale, in certi posti, in certi modi. Però credo che usarla come riempitivo, come tappa-silenzi, come sottofondo, appunto, sia il miglior modo per trasformarla in un rumore fastidioso. Siamo riusciti a trasformare la musica in un rumore fastidioso. Forse non è che sembriamo impauriti dal silenzio, lo siamo e basta. Ovunque andiamo, ovunque siamo, qualcosa ci segue. Qualche suono, qualche rumore, qualcosa che ci rimbomba dentro la testa c’è. Piacevole o meno, c’è. E tante volte, potremmo evitarcelo. Io sto continuando a cercare un locale dove non ci sia la musica di sottofondo perché vorrei parlare con delle persone, concentrarmi su di loro, su di me, sui discorsi, senza rumori intorno aggiunti artificialmente. Senza musica inappropriata che gira a rotazione ad un volume sbagliato. Non bastano le voci? A me manca vivere l’ambiente in cui mi trovo. Ho la netta sensazione di non riuscire a vivere l’ambiente in cui mi trovo, con le persone che ne fanno parte, in quel momento, insieme a me, quando vado in giro. Ci manca il rapporto diretto con le persone perché ci manca vivere senza distrazioni di sottofondo l’ambiente in cui ci troviamo con loro. Siamo disturbati. Ci sentiamo soli perché non siamo mai davvero soli con le altre persone. Non possiamo. Forse almeno in qualche locale dovremmo lasciare più spazio alle voci, al suono autentico che fa la gente, mettendo da parte il resto. E spegnete quei cazzo di televisori appesi al muro, quando non c’è niente in particolare da vedere. Il niente da vedere e il niente da sentire. Le tv accese a caso e le casse che sputano fuori musica superflua. È tutto rumore aggiunto. E di rumore intorno ne abbiamo già abbastanza. Di voci, no.
Vorrei ci sentissimo meglio.

5 commenti

  1. Con le tue parole è come se mi avessi trasportato in un locale, uno di quelli dove ci sono le luci soffuse, tranquillo e riservato. In un certo senso è come se avessimo intrapreso davvero una conversazione noi due; nessuna musica di sottofondo, nessun rumore fastidioso, solo il suono delle tue parole. È bello sognare a volte, grazie!

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  2. io ho provato questo silenzio nella campagna… nei miei workcamp in sud italia, in germania… danimarca.. l’inquinamento acustico è insopportabile, pero ci sono persone a cui piace. davvero azzeccata riflessione complimenti

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  3. Quello che sento io in queste situazioni è che mi manchi l’aria. Ogni volta che entro in un locale mi ritrovo sempre nella stessa situazione: non sento niente e non ho spazio. La musica è alta e fastidiosa e i tavoli sono ammassati uno affianco all’altro senza dare alle persone la giusta intimità per confrontarsi. Mi sembrano dei tristi tentativi di farci sentire meno soli, riempiendo lo spazio di persone con cui non interagisci e di musica che non ascolti, ma così facendo ci stiamo rinchiudendo e non abbiamo libertà di scelta.
    Vorrei anch’io esistessero dei Locali, senza musica, con divani, sedie, tavoli, spazi comuni, dove siamo liberi da tutto finalmente e provare a conoscere davvero le persone come nei film.

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